Complicanze Cardiache - Diabete Mellito: sintomi, valori, cause, complicanze, prevenzione, alimentazione. Il diabete Mellito è una malattia cronica dovuta ad una carenza di azione dell’insulina causata da una sua carente produzione o da un cattivo funzionamento.

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Complicanze

Complicanze croniche del diabete

Le complicanze del diabete mellito sono le spiacevoli conseguenze che possono scaturire da questa grave malattia metabolica. Occhio, rene, sistema nervoso e sistema cardiovascolare, sono quattro gli organi colpiti maggiormente dal diabete di tipo 2, una malattia in costante aumento che in Italia colpisce circa 4 milioni di persone.
Il rischio peggiore per i pazienti affetti da diabete mellito è la possibilità che tale patologia possa degenerare nelle complicanze, spesso legate alla durata e allo scompenso metabolico. Le complicanze croniche del diabete più diffuse sono:
Complicanze Renali
Complicanze Oculari
Complicanze Cardiovascolari  
Complicanze Neurologiche

                        

Effetti del diabete sul sistema cardiovascolare

Tra le complicanze più note dovute al diabete figurano i problemi al sistema cardiovascolare. La glicemia ha la capacità di logorare e danneggiare i vasi sanguigni del corpo. Quindi, se non viene tenuta sotto controllo, finisce con il procurare danni a tutta la circolazione sanguigna. Infatti, occorre ricordare che il diabete, anche nel caso in cui le alterazioni della glicemia siano modeste, nel corso del tempo possono provocare varie conseguenze. Ciò succede soprattutto quando non viene gestito nel modo corretto. Ecco perché gli effetti della glicemia finiscono con l’influenzare ogni componente del corpo umano, ostacolando la circolazione, impedendo che il sangue e l’ossigeno arrivino ai tessuti, innescando conseguenze di vario tipo.

Complicanze più comuni:

Le macroangiopatie espongono le persone diabetiche a un maggior rischio di eventi cardiovascolari. I vasi principali dell’organismo, infatti, a causa dell’elevato tasso zuccherino, possono ostruirsi, per la formazione di placche aterosclerotiche dette aterosclerosi. Più la malattia avanza, più le pareti arteriose vanno incontro a progressivo irrigidimento e le cellule che le rivestono internamente si danneggiano.
Questi fenomeni favoriscono l’accumulo di grasso nelle arterie, la formazione delle placche di ateroscelorosi sulle loro pareti e la riduzione del flusso ematico diretto al cuore, al cervello e ai vasi degli arti inferiori, aumentando il pericolo di infarto, ictus e arteriopatia periferica.
L'arteriopatia periferica determina una riduzione del flusso di sangue e quindi di ossigeno alle estremità, e insieme alla Neuropatia diabetica può di fatto contribuire alla comparsa del piede diabetico. I piedi, di conseguenza, non ricevono più quantità adeguate delle sostanze di cui hanno bisogno, come l’ossigeno e possono andare incontro a sofferenza, necrosi e gangrene. Questo fenomeno si associa ai danni che compaiono alle fibre nervose della zona. Se le fibre danneggiate sono quelle sensitive, i piedi possono soffrire di mancanza di sensibilità o di incapacità a percepire stimoli dolorosi. La Neuropatia può danneggiare anche le fibre che trasmettono i segnali motori, perciò il piede, di conseguenza, si muove in maniera scorretta e va incontro a deformità.

Le malattie cardiovascolari
sono una delle principali cause di morbilità e mortalità nei pazienti diabetici. In base a studi recenti effettuati dall’Osservatorio Nazionale della Sanità il 77% dei ricoveri ospedalieri del soggetto diabetico avviene per complicanze di malattia cardiovascolare. Le malattie cardiovascolari sono anche la principale causa di mortalità nel diabete.

Bisogna fare una distinzione
tra la cardiopatia che colpisce il soggetto affetto da diabete insulino-dipendente tipoI e quello non insulino-dipendente tipo II. In entrambe le forme però il primo movens e l’aggravarsi della cardiopatia dipendono dal cattivo controllo del diabete e dalla conseguente prolungata esposizione del diabetico alla iperglicemia cronica.


Al giorno d’oggi grazie alla efficacia della terapia sul controllo della glicemia, i pazienti diabetici sopravvivono alla loro malattia e godono di apparente buona salute per lunghi periodi di tempo. Tuttavia, a dispetto dell’apparenza, il cuore e le arterie sono danneggiati in maniera subdola e continua dai processi aterosclerotici solo parzialmente noti. Difatti molto frequente mentre accade che, a distanza di 20/ 30 anni dall’insorgenza del diabete, le manifestazioni cliniche dei danni della vasculopatia emergano lungo tutto l’albero circolatorio con particolare interessamento dei vasi sanguigni che irrorano il cuore cardiopatia. Accade che inizialmente il danno alle piccole arterie del cuore produce solo, occasionalmente una rilevanza clinica significativa, ad esempio dolore al torace dopo sforzo solo quando poi il danno arriva ad interessare una grossa arteria coronaria del cuore coronaropatia allora si giunge all’infarto. Il dolore al torace in corso di ischemia delle coronarie o di infarto conclamato del cuore, nel diabetico, può anche non essere avvertito perché silente; questo perché molti diabetici sono affetti anche da “neuropatia autonomica”, cioè da un danno di perdita della sensibilità ad avvertire il dolore da parte nei “nervi” che innervano il cuore, danno dovuto alla cronica esposizione alla iperglicemia propria del diabete. Considerata l’elevata frequenza con cui si manifestano questi problemi cardiaci nei diabetici, è necessario che il diabetologo, difronte ad un sospetto di possibile danno al cuore invii, al più presto, il diabetico presso il centro cardiologico di riferimento.



 
 
 
 
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